I contributi raccolti in questo volume di Ars Interpretandi mirano, nel complesso, a fornire – sia mediante indagini di taglio prettamente storico-ricostruttivo (e questo anche con riferimento al dibattito più recente), sia mediante analisi di carattere più strettamente teorico-normativo – uno spaccato dei molteplici percorsi della teoria dell’argomentazione.
Il campo di studio sull’argomentazione è venuto via via ampliandosi, ponendosi al confine tra logica, filosofia, teoria della comunicazione, linguistica, psicologia, scienze cognitive, informatica e sociologia. Pur mutuando diversi elementi da questi vari ambiti disciplinari, specifica attenzione è qui rivolta all’argomentazione pratica ed, entro tale orizzonte, all’argomentazione giuridica ed ai suoi effetti istituzionali. L’ordine di presentazione dei contributi scelta non è casuale, ma conseguente a precise scelte: da quelle che si possono considerare “cornici teoriche” si passa attraverso alcuni momenti salienti che mettono a fuoco le implicazioni dell’argomentazione nelle diverse sfere della filosofia pratica, ad alcuni “nodi” che ne fanno risaltare i possibili risvolti, per così dire, “contestualisti”.
Thomas Casadei, Gianfrancesco Zanetti
Introduzione
pp. 7-
DOI: http://dx.doi.org/10.7382/70664
Robert Alexy
Elementi fondamentali di una teoria della duplice natura del diritto
pp. 17-
DOI: http://dx.doi.org/10.7382/70665
Sommario: 1. Correttezza e discorso. 1.1. La pretesa di correttezza. 1.2. Teoria del discorso. 2. Positività. 3. Istituzionalizzazione della ragione. 3.1. Limite estremo. 3.2. Costituzionalismo democratico. 3.3. Argomentazione giuridica. 3.4. Teoria dei principi.
Manuel Atienza
Robert Alexy e la “svolta argomentativa” nella filosofia del diritto contemporanea
pp. 37-
DOI: http://dx.doi.org/10.7382/70666
Ulfrid Neumann
Teoria dell’argomentazione giuridica
pp. 49-
DOI: http://dx.doi.org/10.7382/70667
Italo Testa
Pluralismo discorsivo e ragionamento giuridico: forme dell’argomentazione
pp. 71-
DOI: http://dx.doi.org/10.7382/70668
Enrico Zoffoli
Due tipi di argomentazione morale: giustificazione e applicazione in Klaus Günther
pp. 85-
DOI: http://dx.doi.org/10.7382/70669
Marina Lalatta Costerbosa
Il Pubblico, la democrazia e l’argomentazione: un percorso storico dottrinale (da Kant a Habermas)
pp. 99-
DOI: http://dx.doi.org/10.7382/70670
Sommario: 1. Contro il moralismo politico. Due premesse. 2. Il pubblico come emancipazione sociale. Indipendenza e capacità critica: Locke. 3. Il pubblico come insidia. Parzialità e oppressione sociale: Rousseau, Tocqueville, Mill. 4. La democrazia in gioco. Pluralità e argomentazione: l’intuizione di Hannah Arendt. 5. La democrazia in gioco. Pluralità e argomentazione: la sfida di Habermas.
Barbara Bartocci
Argomentazione e politica: democrazia e nuova retorica in Chaïm Perelman
pp. 115-
DOI: http://dx.doi.org/10.7382/70671
Sommario: 1. Ragion pratica e argomentazione: la “nuova retorica”. 2. Il ragionamento giuridico:dalla ragionevolezza all’imparzialità del giudice. 3. Argomentare in politica. 4. Nuova retorica e democrazia: annotazioni critiche.
Claudio Luzzati
Maimonidei o spinoziani? L’argomentazione tra diritto e filosofia morale
pp. 131-
DOI: http://dx.doi.org/10.7382/70672
Adelino Cattani
Sul diritto di argomentare e di discutere polemicamente
pp. 137-
DOI: http://dx.doi.org/10.7382/70673
Cinzia Gamba
Emersione del conflitto e criterio di rilevanza nel ragionamento giuridico. Processo e mediazione a confronto
pp. 149-
DOI: http://dx.doi.org/10.7382/70674
Sommario: 1. Introduzione. 2. Il processo e l’operatività del criterio di rilevanza. 3. La mediazione e l’indeterminatezza del criterio di rilevanza. 4. Alcune considerazioni relative al d.lgs. 4 marzo 2010, n. 28, in materia di mediazione. 5. Conclusioni.
Fabrizio Macagno, Douglas Walton
Ragionare per dicotomie. Struttura argomentativa e usi nel common law
pp. 167-
DOI: http://dx.doi.org/10.7382/70675
Sommario: 1. Dicotomie e impegni dialogici. 2. Uso delle dicotomie nel controesame. 3. L’uso delle dicotomie nel voir dire. 4. Dicotomie e ragionamento per opposti. 5. Fase dibattimentale: dicotomie come strategia di difesa. 6. Fase decisoria: dicotomie e il ragionamento per conseguenze. 7. Conclusione.
Damiano Canale, Giovanni Tuzet
Struttura inferenziale e assunzioni ontologiche dell’argomento a contrario
pp. 189-
DOI: http://dx.doi.org/10.7382/70676
Sommario: 1. Uno o due argomenti? 2. Negazione “forte” e negazione “debole”. 3. L’articolazione inferenziale dell’argomentazione giuridica. 4. L’argomento a contrario in uno scambio di ragioni. 5. Assunzioni ontologiche e relazioni di incompatibilità.
Recensione
J. Hruschka, La costituzione del caso giuridico (A. Altobrando).
pp. 207-208
DOI: http://dx.doi.org/10.7382/70677
Il testo di Joachim Hruschka La costituzione del caso giuridico, uscito per la prima volta in tedesco nel 1965, e ora disponibile in italiano grazie alla preziosa traduzione di Gaetano Carlizzi e con una precisa introduzione di Giuseppe Zaccaria, rappresenta non solo un interessante saggio di filosofia del diritto e un’introduzione al contempo chiara e approfondita a una delle tematiche centrali di tale disciplina, ma anche un’eccellente messa in opera di quanto la fenomenologia husserliana ha lasciato in eredità al pensiero contemporaneo. Esso offre, in particolare, un’analisi di come venga a delinearsi l’opera e il pensiero di chi è chiamato a decidere un “caso giuridico”. Mettendo a frutto nelle sue riflessioni uno dei principi fonda- mentali della fenomenologia husserliana – l’idea, cioè, della correlazione a priori tra soggetto e oggetto –, Hruschka osserva come per esprimere un giudizio sia sempre necessario un processo di costituzione del caso giuridico stesso che si vuole giudicare, e questo significa che il caso giuridico non può essere colto che da un soggetto capace di elaborazione giuridica degli avvenimenti che popolano l’esperienza. Il caso giuridico non è qualcosa che si trovi già bell’e pronto tra i “fatti” del mondo, bensì si costituisce attraverso il lavoro del giudicante, il quale è chiamato a decidere un avvenimento che si pretende dotato di valore giuridico. In tal modo Hruschka mette in luce come ogni “caso giuridico” venga non certo creato, bensì quantomeno “estratto” da una moltitudine di vicende che popolano il mondo e di cui il giudicante è altrettanto cosciente, senza però che si senta chiamato a renderle oggetto di elaborazione specificamente giuridica.
Recensione
M. Atienza, El derecho como argumentación (I. Trujillo)
pp. 209-212
DOI: http://dx.doi.org/10.7382/70677
In questo volume, Manuel Atienza porta a compimento un percorso di indagine che lo ha legato a lungo al tema dell’argomentazione giuridica, sia attraverso lo studio delle teorie che se ne sono occupate (si può ricordare il libro Las razones del derecho. Teorías de la argomentación jurídica, del 1991), sia nello studio di “parti” di una teoria dell’argomentazione (Tras la justicia, del 1993, Las piezas del derecho, del 1996, con J. Ruiz Manero, e La guerra de las falacias, del 1999). Il libro è diviso in cinque capitoli. Il primo contiene una disamina dei rapporti tra diritto e argomentazione alla luce dell’importanza cruciale – ad avviso dell’autore, e anche di chi scrive – dell’argomentazione nella cultura giuridica occidentale. Nel secondo si individuano tre diverse concezioni dell’argomentazione: la concezione formale, materiale e pragmatica, alle quali sono dedicati i restanti tre capitoli. La tesi di fondo è che nessuna di queste concezioni da sola sia sufficiente a spiegare il ruolo dell’argomentazione nel diritto e la specificità dell’argomentazione giuridica e delle sue regole. Tutte e tre servono però per spiegarla parzialmente. Meno evidente – nella poderosa e completa articolazione del tema – è il collegamento tra queste tre dimensioni, anche se la trattazione, a concludersi con la dimensione pragmatica, fornisce un indizio del percorso da seguire per ricostruire questa unità. Una tensione attraversa con determinazione tutto il lavoro. Argomentazio- ne e diritto sono intrinsecamente collegati e ciò significa – per l’autore – il collegamento tra diritto e ragione. Questo binomio è teso, a sua volta, a garantire il controllo sul potere e sulla forza. Decisamente e coraggiosamente si afferma e si prova con dovizia di argomenti che nel diritto sono presenti sia le “ragioni” al plurale, sia anche la “ragione” al singolare, nel senso che le ragioni presenti nell’argomentazione giuridica aspirano fortemente a essere veritative, cioè – in termini adatti al discorso pratico – corrette, secondo criteri specifici e diversificati.