La via scelta in questo numero di «Ars Interpretandi» è quella di riflettere sul ruolo che il concetto di vulnerabilità assume nell’interpretazione giudiziale. Il punto di osservazione privilegiato è costituito dalla giurisprudenza della Corte europea dei diritti umani, dove l’uso di tale nozione ha visto, da qualche tempo, un costante incremento.
Baldassare Pastore
Introduzione
pp. 7-12
DOI: http://dx.doi.org/10.7382/92078
Enrico Diciotti
La vulnerabilità nelle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo
pp. 13-34
DOI: http://dx.doi.org/10.7382/92079
Keywords: Vulnerability – European Court of Human Rights – Indeterminate Concepts – Legal Reasoning – Legal Interpretation.
Roberto Chenal
La definizione della nozione di vulnerabilità e la tutela dei diritti fondamentali
pp. 35-56
DOI: http://dx.doi.org/10.7382/92080
Keywords: Vulnerability – Definition – European Court of Human Rights – Balancing – Presumptions.
Lucia Corso
Vulnerabilità, giudizio di costituzionalità e sentimentalismo
pp. 57-76
DOI: http://dx.doi.org/10.7382/92081
Keywords: Vulnerability – Reasoning – Sentimentalism – Empathy.
Maria Giulia Bernardini
Vulnerabilità e disabilità a Strasburgo: il «vulnerable groups approach» in pratica
pp. 77-94
DOI: http://dx.doi.org/10.7382/92082
Keywords: Vulnerability – Disability – Vulnerable Groups – European Court of Human Rights – Discrimination.
Cosimo Nicolini Coen
Condizioni di possibilità e valore della discrezionalità nell’ambito giudiziario
pp. 95-112
DOI: http://dx.doi.org/10.7382/92083
Keywords: Legal Interpretation – Robert M. Cover –Theory of Meaning – Hermeneutic and Judicial Responsibility –Intersubjectivity.
Recensione
Francesca Scamardella
A. Grompi, V come vulnerabilità, Cittadella, Assisi, 2017
pp. 113-118
DOI: http://dx.doi.org/10.7382/92084
L’analisi è a largo spettro: coinvolge la tragedia greca, letteratura e filosofia e ci consegna l’immagine della vulnerabilità come un dispositivo euristico dal carattere fluido – che le permette di sottrarsi ad etichettature uniche e assolute – e universale, perché resta un fenomeno di ampio respiro che coinvolge gli individui ma anche la natura i sistemi sociali, culturali, economici, i saperi e, più in generale, i viventi. Le riflessioni della Grompi confermano la natura fortemente polisemica della categoria, che la induce a parlare anche di vulnerabilità normativa e ad interrogarci sull’uso che il diritto fa di questa categoria. Il diritto è in grado di riconoscerla e tutelarla? E come viene utilizzata dai giudici nel loro ragionamento? Come argomento di chiusura che, al pari di ragioni ultime, non richiede ulteriori giustificazioni? Come valore assoluto imponderabile? Prendere sul serio la vulnerabilità significa anche farsi carico di queste questioni e verificarne le concretizzazioni e ricadute pratiche, dando quindi un contenuto sostanziale al dato normativo nei contesti specifici di riferimento.